Immagine11In questi giorni, un team di studiosi dell’Università di Padova ha individuato l’ormone responsabile dell’invecchiamento e che esso può essere annientato da una regolare attività motoria come una validissima cura naturale anti-aging.

Questo ormone si chiama “FGF21”. Non era chiaro come la vita sedentaria fosse collegata ad un invecchiamento precoce – hanno dichiarato a tal proposito gli studiosi – il nostro studio ci spiega che l’’invecchiamento “non attivo” porta al deterioramento dei mitocondri nei muscoli ed ad un aumento di FGF21. Quando i livelli di FGF21 nel sangue sono alti per lungo tempo, l’organismo risponde con l’invecchiamento della pelle, del fegato e dell’intestino, perdendo neuroni, e con un’infiammazione generalizzata: tutto questo accorcia drasticamente la vita”. 

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Si riteneva che l’ormone FGF21 fosse prodotto dal fegato e dal grasso e che avesse un’azione benefica, migliorando il metabolismo di grassi e zuccheri. In realtà, quando questo ormone è prodotto anche dai muscoli, manda un “segnale” di invecchiamento a tutto il corpo.
In particolare, l’ormone FGF21 viene prodotto dai muscoli degli anziani che conducono una vita sedentaria, mentre è quasi inesistente in coloro che svolgono una regolare attività fisica muscolare.

man-and-woman-yoga-on-the-beachDurante alcuni test, la produzione di FGF21 è stata bloccata artificialmente e si è visto che i soggetti “smettevano” di invecchiare. Le cellule della pelle, del fegato ma anche di intestino e cervello rallentavano drasticamente il loro naturale deterioramento. Ma lo stesso effetto si otteneva se i soggetti praticavano sport costantemente.

Lo sport leggero è quindi una cura naturale per l’invecchiamento. Un motivo in più per limitare pigrizia e vita sedentaria il prima possibile. L’esercizio fisico non si improvvisa ma è un’attività progressiva da imparare dai più esperti, soprattutto ad una certa età. Passeggiate veloci, balli di gruppo, ginnastiche dolci ed orientali, yoga, sono le attività motorie da preferire per chi inizia a muoversi da adulto.

I risultati dello studio dell’Università di Padova, sono stati pubblicati dalla rivista medica “Cell Metabolism”

Beatrice Pallotta