L’alimentazione è in stretta relazione con la salute del corpo ma anche con l’umore, il tono psichico e gli stati d’animo. I neurotrasmettitori dopamina, serotonina, ossitocina e le endorfine, sono i responsabili biochimici del senso del benessere fisico e interiore.Il cibo è fonte di piacere perchè certi alimenti contattano direttamente le ghiandole del cervello deputate alla produzione di ormoni benefici. Possiamo favorirne la produzione ghiandolare scegliendo l’alimentazione giusta, e adottando uno stile di vita adeguato. Pianificando una “dieta del buon umore” si stimola l’incremento degli ormoni della felicità nell’organismo, come coadiuvanti naturali per alleviare gli effetti di cattivo umore, depressione, malinconia, sindromi da stress e da stanchezza cronica.
La biochimica del piacere dimostra di come certe emozioni influiscano positivamente sull’andamento ormonale, generando stati di benessere a volte estatici come, per esempio, nell’amore. I neurotrasmettitori ormonali sono composti da aminoacidi, cioè da proteine. Chi assume poche proteine con l’alimentazione ha quindi il sistema ghiandolare poco efficiente.
Quali sono dunque gli alimenti che migliorano l’umore e quali sono quelli che ci deprimono? Vediamoli con una rapida elencazione:
Le proteine vengono fratturate in aminoacidi durante la digestione. Gli aminoacidi formano i neurotrasmettitori responsabili (fra l’altro) dei livelli di energia disponibile nel corpo, dell’attività del metabolismo e della lucidità mentale. Le proteine abbondano in pesce, carne bianca (il tacchino è il più proteico), albumi d’uova. (Recenti studi hanno evidenziato che perdita di memoria e di concentrazione, disturbi del sonno e squilibri ormonali sono favoriti da una dieta povera di proteine).
I menù vegetariani si arricchiscono di proteine con l’alga spirulina, il tofu, il tempeh di soia fermentata (18gr.di proteine per 100 gr.), i semini di Quinoa (contengono tutti e 9 gli aminoacidi essenziali), i semi di Chia, gli spinaci crudi, i cavoli, le albicocche secche. Il cioccolato fondente diminuisce i livelli di cortisone, l’ormone dello stress.
Il triptofano in particolare, precursore della serotonina, si trova abbondante nelle noci, nell’avena, nei formaggi.
I carboidrati semplici migliorano il flusso sanguigno e la produzione di serotonina. Vanno bene i cereali, il pane, la pasta, i crackers, ma integrali. Lo zucchero va evitato, se non il fruttosio naturale. Preferire comunque la frutta meno zuccherina, come le fragole. Le ultime ricerche hanno rivelato che l’assenza di carboidrati nella dieta per due settimane consecutive, favorisce l’insorgere della depressione.
Le endorfine sono un gruppo di ormoni peptidi del cervello che, quando le rilascia, aumenta la resistenza fisica e al dolore, e può indurre uno stato generale di estremo relax e di serenità interiore, paragonabile agli effetti degli oppiacei. Sport, danza, contatti fisici amorevoli, massaggi, ipnosi, meditazione, yoga, aumentano il rilascio di endorfine nel sangue. Per quanto riguarda gli alimenti, la “morfina naturale” umana si genera con la degustazione del cioccolato puro fondente e del peperoncino.
Grazie all’alto contenuto di polifenoli e altri antiossidanti, la cioccolata nera riduce le infiammazioni, abbassa la pressione sanguigna e il colesterolo, migliora l’efficienza di vene e capillari. Inoltre il cioccolato provoca la secrezione di serotonina, mentre il suo burro e la feniletilamina attivano la produzione di endorfine. Una doppia stimolazione ormonale definita dagli esperti come “felicità ottimale del cervello.” La brutta notizia è che il cioccolato può essere consumato solo a piccole dosi, pari a 5 gr al giorno. Superando l’indicazione, fa l’effetto contrario.
Il peperoncino pizzica, si sa. E’ buono, ma fa male, procura un certo dolore. Proprio per questa caratteristica piccante, se non dolorosa, il peperoncino stimola la risposta endorfinica.
Cioccolata e peperoncino possono portare una certa assuefazione e dipendenza.
Beatrice Pallotta