Secondo i più recenti studi, il divorzio è una predisposizione scritta nel DNA di chi è figlio di coppie divorziate. La possibilità di separarsi dal proprio compagno non dipenderebbe quindi solo dalle scelte e dai conflitti personali, ma sarebbe incisa nel corredo genetico. I ricercatori della Virginia Commonwealth University in collaborazione con l’Università di Lund in Svezia, sono gli autori di questa sconcertante rivelazione scientifica, che ha consegnato il timone della gestione dei percorsi di vita di milione di persone, ai geni ereditati da mamma e papà.
Il DNA è quindi il vero regista occulto del “destino” sentimentale di una moltitudine crescente di esseri umani?
I luminari della sorprendente ricerca, i professori Jessica Salvatore e Kenneth Kendler, in un comunicato stampa ufficiale, hanno dichiarato che: “Quasi tutta la letteratura scientifica precedente ha sottolineato che il divorzio si trasmette attraverso le generazioni solo psicologicamente, ma i nostri risultati li contraddicono, suggerendo invece che i fattori genetici siano più importanti”.
Fino ad oggi infatti, psicologia e psicoanalisi avevano individuato le radici dei conflitti di coppia nelle esperienze vissute nella prima infanzia e durante l’adolescenza, nei traumi e nei ricordi rimossi, nelle imitazioni inconsapevoli. Ma le nuove scoperte della genetica sembrano smentire l’impianto di Freud: le vere cause dell’instabilità sentimentale sono biologiche e non psicologiche. O meglio, non solo.
D’altro canto le“prove”scientifiche parlano chiaro. Jessica Salvatore e Kenneth Kendler, analizzando i Registri svedesi di tutta la popolazione, hanno scoperto che i bambini adottati e cresciuti da coppie stabili, ricalcano da adulti lo stesso percorso sentimentale dei genitori biologici. Se i genitori naturali sono stati lacerativi nelle questione amorose, anche i loro figli abbandonati ed adottati da coppie“armoniche”ed unite, tenderanno a ripetere lo stesso copione dei genitori e dei fratelli “di sangue”. L’attitudine a separarsi dal proprio compagno non dipenderebbe quindi dal “nutrimento”affettivo e dalle cure parentali, ma farebbe parte del corredo genetico. La ricercatrice Jessica Salvatore, tra l’altro psicologa, ha scritto:”Abbiamo trovato tutte le prove scientifiche che dimostrano che i fattori genetici sono i responsabili della trasmissione intergenerazionale del divorzio”. La ricerca ha vagliato migliaia e migliaia di casi diversi, comprovati dal Registro Anagrafico svedese, e fa parte di un’analisi ad ampio spettro della UE sul comportamento coniugale di tutti gli Europei. Nel nostro continente i divorzi sono in continuo aumento, come le famiglie mono-genitoriali e quelle “allargate”. Un tessuto sociale nuovo, al quale le istituzioni, la scuola, gli educatori, i consultori, devono saper rispondere adeguatamente.
La buona notizia è che nel genoma non sono iscritti solo tratti immutabili, come il colore degli occhi e la statura ad esempio, ma anche impronte variabili, chiamate “epigenetiche”, che possono essere ricondizionate, rieducate, persino cancellate. La scrittura epigenetica indica alcune “predisposizioni” che si attivano su stimoli specifici, circostanze e situazioni che potrebbero non manifestarsi mai nel corso di una vita intera.
Esistono diversi modi per tutelarsi dagli effetti possibili di queste scomode eredità:
MEDITAZIONE, TRAINING AUTOGENO, YOGA: La meditazione attiva e disattiva i sistemi epigenetici, come le neuroscienze hanno ampiamente illustrato con numerosi esperimenti. La meditazione, come pure il training autogeno e la pratica dello yoga, aumentano la percezione e la qualità del “piacere”, rinvigoriscono il sistema immunitario e quello ormonale, rafforzano l’autostima, mettono in equilibrio gli emisferi cerebrali, “lucidano”ed ampliano le potenzialità mentali. L’epigenoma inoltre è sensibile ai suoni, al timbro della voce, alla recitazione dei mantra.
IL COUNSELING E LA PSICOTERAPIA: Il counseling orienta, suggerisce ed aiuta le persone nelle scelte di vita critiche, aprendole a nuove prospettive positive e vitali. La psicoterapia interviene invece nel profondo, nell’inconscio, nei traumi legati alla prima infanzia ed ai comportamenti che ne conseguono.
L’ALIMENTAZIONE: Il cibo biologico non cotto, frutta e frutta secca, verdura, legumi, semi germogliati, sono preventivi del cancro al colon retto, alla prostata, alle sindromi metaboliche, all’eccesso di colesterolo, all’osteoporosi, alle patologie degenerative e cardiovascolare. Inoltre, l’alimentazione a base vegetale conferisce stabilita’ emotiva e psichica, e dona brillantezza al pensiero. Per converso, gli studi hanno dimostrato che una dieta troppo ricca di metionina (carni e formaggi) può produrre l’aggravamento di stati d’ansia e depressivi, e di patologie cerebrali come la schizofrenia e le psicosi.
Questi sono i dati sono dell’ultimo rapporto dell’Istituto nazionale di Statistica (ISTAT) su matrimoni, separazioni e divorzi in Italia, pubblicati il 14 novembre 2016, un anno dopo l’introduzione del “divorzio breve”
Nel 2015 sono stati celebrati in Italia 194.377 matrimoni, circa 4.600 in più rispetto al 2014. Si tratta dell’aumento annuo più consistente dal 2008. Nel periodo 2008-2014, i matrimoni sono diminuiti in media al ritmo di quasi 10.000 l’anno. Aumenta la propensione alle prime nozze: 429 per 1.000 uomini e 474 per 1.000 donne. Gli sposi celibi hanno in media 35 anni e le spose nubili 32 (entrambi quasi due anni in più rispetto al 2008).
Le seconde nozze, o successive, sono 33.579, quasi 3.000 in più rispetto al 2014 (+9%). L’incidenza sul totale dei matrimoni raggiunge il 17%. Prosegue l’aumento dei matrimoni celebrati con rito civile. Sono 88.000, l’8% in più rispetto al 2014, il 45,3% del totale dei matrimoni.
I matrimoni in cui almeno uno dei due sposi è di cittadinanza straniera sono circa 24.000 (12,4% delle nozze celebrate nel 2015), in calo di circa 200 unità rispetto al 2014.
Per l’instabilità coniugale, i dati del 2015 risentono degli effetti delle recenti variazioni normative. In particolare l’introduzione del “divorzio breve” fa registrare un consistente aumento del numero di divorzi, che ammontano a 82.469(+57% sul 2014). Più contenuto è l’aumento delle separazioni, pari a 91.706 (+2,7% rispetto al 2014). La durata media del matrimonio al momento della separazione è di circa 17 anni. In media i mariti hanno 48 anni, le mogli 45 anni. La propensione a separarsi è più bassa e stabile nel tempo nei matrimoni celebrati con il rito religioso. A distanza di 10 anni dalle nozze, i matrimoni sopravviventi sono, rispettivamente, 911 e 914 su 1.000 per le coorti di matrimonio del 1995 e del 2005. I matrimoni civili sopravviventi scendono a 861 per la coorte del 1995 e a 841 per quella del 2005.
Nel 2015 le separazioni con figli in affido condiviso sono circa l’89% di tutte le separazioni con affido. Soltanto l’8,9% dei figli è affidato esclusivamente alla madre (si tratta dell’unico risultato evidente dell’applicazione della Legge 54/2006 sull’affido condiviso).
La quota di separazioni in cui la casa coniugale è assegnata alla moglie sale al 60% e arriva al 69% per le madri con almeno un figlio minorenne. Si mantiene stabile la quota di separazioni con assegno di mantenimento corrisposto dal padre (94% del totale delle separazioni con assegno nel 2015)
–Beatrice Pallotta
Naturopata Luiben
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