RASSEGNA STAMPA DELLE ULTIME NOTIZIE SCIENTIFICHE
TATUAGGI PROBLEMATICI?
Il 10% di chi si fa un tatuaggio ha una reazione avversa, che in oltre metà dei casi diventa cronica e dura oltre 4 mesi. Lo afferma uno studio della Langone University di New York pubblicato da Contact Dermatitis, secondo cui i problemi vanno da semplici arrossamenti a reazioni allergiche che richiedono la rimozione del tattoo.
I ricercatori hanno condotto la ricerca su 300 persone fermate a caso a Central Park, a cui è stato chiesto se avevano mai avuto problemi con i loro tatuaggi. Circa il 10% ha affermato di avere avuto qualche complicazione, e 6 su 10 in questo gruppo hanno riportato problemi che sono durati per più di quattro mesi. “Spesso il problema è un’infezione batterica, ma in alcuni casi quello che abbiamo trovato era sicuramente una allergia all’inchiostro – racconta Marie Leger, uno degli autori, al sito Livescience – persone che si sono fatte un tatuaggio rosso senza problemi, poi dopo qualche anno ne hanno fatto un altro e all’improvviso entrambi hanno iniziato a prudere e a gonfiarsi”.
Secondo uno studio tedesco pubblicato su Lancet il 5% dei tatuaggi genera un’infezione, mentre più recentemente una ricerca ha puntato il dito anche sui tattoos non permanenti per una sostanza chimica allergizzante spesso presente nell’henne’. ( Ansa)
IL VADEMECUM DI MORFEO
Quante ore dovrebbe dormire un bambino per crescere in salute? Dipende dall’età. A stabilire una sorta di «vademecum del sonno» sono gli esperti dell’American academy of sleep medicine
Tra i 4 mesi e 1 anno d’età gli esperti raccomandano tra le 12 e le 16 ore di sonno giornaliere, inclusi i pisolini.Se di notte il bambino piange, non accorrete in men che non si dica, ma avvicinatevi con calma, tranquillizzandolo con un lieve massaggio. Ricordatevi di mantenere sempre le luci soffuse e il tono della voce basso
Tra 1 e 2 anni di età sono raccomandate 11-14 ore di sonno ogni giorno. Un obiettivo non sempre facile da raggiungere, perché è proprio intorno ai 12 mesi che anche i bambini più pacifici e dormiglioni possono manifestare qualche difficoltà a dormire.Perciò niente giochi troppo movimentati (per intenderci, meglio non giocare a nascondino in casa, ma magari fare un disegno o sfogliare un libro), né bevande che contengono caffeina e teofillina, come cioccolata e tè.
In età prescolare, le linee guida consigliano di far dormire il bambino dalle 10 alle 13 ore al giorno. Per riuscirci, mettete a letto il bimbo a orari fissi (comunque entro le 21.30) e svegliatelo sempre alla stessa ora, anche nel weekend. Sulla mancanza di sonno nei bambini anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin è stata chiara: «Facciamo dormire i bambini troppo poco, spesso vanno a letto tardi ed abbiamo imposto loro tempi di sogno-veglia tarati sulle esigenze degli adulti».
In età scolare sono raccomandate 9-12 ore di sonno al giorno. Importante è che il bambino non abbia in camera tv, tablet, computer e che eviti di usare il letto per attività varie, come fare i compiti, parlare al telefono, ascoltare musica.
Durante l’adolescenza è opportuno dormire 8-10 ore al giorno. Gli adolescenti tendono a non addormentarsi prima delle 23, in quanto i mutamenti ormonali che avvengono nel loro corpo cambiano anche il ritmo sonno-veglia. In altre parole, gli adolescenti si stancano più tardi e quindi si addormentano dopo. Per non accentuare questa tendenza, attenzione a caffè, alcol, fumo, che disturbano il sonno. E niente musica ad alto volume, studio, giochi al computer prima di coricarsi (Corriere della Sera)
UN CAFFE’…TRANQUILLO
Nessun rischio tumore dal caffè: la tazzina è stata assolta da circa 20 esperti internazionali che hanno elaborato un atteso parere dello Iarc (l’agenzia dell’Oms per la ricerca sul cancro). Nel 1991 il caffè era stato valutato possibilmente cancerogeno (classificato come 2 b) per il cancro alla vescica. Dopo il nuovo esame entra nella categoria 3 dove non ci sono evidenze di rischio. Cio’ che viene ritenuto pericoloso sono invece le bevande troppo calde che possono causare il tumore dell’esofago.
L’esame da parte dello Iarc, ha messo sotto la lente di ingrandimento 500 studi circa che hanno permesso di declassare il rischio per la bevanda fra le più amate nel mondo. Gli studi degli anni ’90 infatti avevano rilevato un rischio maggiore per il tumore alla vescica e il consumo si caffè. Rischio poi non confermato dagli studi degli ultimi 25 anni che anzi ne hanno valutato addirittura, come testimoniato dalle pubblicazioni scientifiche, un effetto protettivo su due tumori: quello dell’utero e quello del fegato. Il parere valuta un consumo medio di 3-4 tazzine al giorno su una popolazione normale, cioè si persone che non soffrono di malattie come la cirrosi. Gli esperti in futuro analizzeranno anche le possibili relazioni fra te’ e tumori. (Ansa)
LA SUPER VISTA…
… o come si dice più correttamente l”ipervisione’, può essere ottenuta con una serie di esercizi dell’occhio, e a beneficiarne possono essere soprattutto gli atleti, sempre alla ricerca di un ‘quid’ per superarsi.
Le tecniche, dalla microperimetria al biofeedback, consistono nell’allenare l’occhio con determinati movimenti, ad esempio seguendo il cambiamento di colore di una scacchiera. Un test su 15 tennisti della Federazione, tutti con oltre dieci decimi, ha illustrato l’esperto ad un recente convegno, con dieci sedute da 20 minuti di visual training ha portato al miglioramento dell’acuità visiva fino appunto anche a 20 decimi, oltre che di altre caratteristiche come la sensibilità al contrasto. Un altro studio su tiratori ha verificato un aumento dei punteggi medi, da 163 a 210. “Noi riusciamo a migliorare i tempi di reazione occhio-cervello, ovvero a diminuire il tempo che l’impulso percepito dall’occhio impiega ad arrivare alla zona corticale”.La supervista, o come si dice più correttamente l”ipervisione’, può essere ottenuta con una serie di esercizi dell’occhio, e a beneficiarne possono essere soprattutto gli atleti, sempre alla ricerca di un ‘quid’ per superarsi.
“Se un atleta percepisce meglio le immagini – ha spiegato Alessandro Segnalini, docente della Sapienza di Roma, durante il congresso nazionale ‘Ipovisione-Sportvision 2016’ – chiaramente avrà un aumento del senso della profondità, se prendiamo uno sportivo che deve rapportarsi con i compagni, con la palla, con gli avversari ha una messa a fuoco a diversa distanza, se alleniamo i suoi occhi è come allenare ogni muscolo del corpo, se potenziamo la funzione anche la performance sportiva migliorerà”. (Ansa)
LA GINNASTICA FA MEMORIA
Gli esami di maturità sono alle porte e lo studio “matto e disperato” è una costante per molti studenti. Nel giro di pochi giorni le informazioni immagazzinate nell’ultimo anno verranno ripassate nella speranza che rimangano impresse nella memoria. Attenzione però a non esagerare: per una buona memoria occorre anche un pizzico di attività fisica. Ad affermarlo è uno studio pubblicato in questi giorni dalla rivista Current Biology: fare sport dopo una giornata di studio aiuta a consolidare le informazioni acquisite. Attenzione però a quando fare attività fisica: i migliori risultati per la memoria si ottengono se si fa sport dopo 4 ore dallo studio. (La Stampa)
IL CIBO E’ ANTIDEPRESSIVO
Come è emerso durante l’ultimo congresso della Società americana di psichiatria, la depressione merita probabilmente di essere affrontata anche a tavola. È a questa conclusione che sono giunti gli specialisti statunitensi, nel commentare le conclusioni di diverse ricerche mirate a valutare l’effetto del consumo di alimenti di origine animale e vegetale sui sintomi depressivi
.«I dati sono incoraggianti e ci dicono che i pazienti stanno meglio quando li aiutiamo a mangiare in maniera più equilibrata», afferma Drew Ramsey, docente di psichiatria alla Columbia University (New York) e autore di una nuova metanalisi, di prossima pubblicazione. Si tratta di un’evidenza che non deve stupire, dal momento che il 95 per cento dei recettori per la serotonina – su cui va ad agire una specifica categoria di antidepressivi: gli Ssri – si ritrova nell’epitelio intestinale. Il recupero graduale di una condizione di benessere, secondo l’esperto, è garantito innanzitutto dagli alimenti di origine vegetale. A fare la differenza, nel complesso, alcuni macro e micronutrienti: come gli acidi grassi omega 3, il magnesio, il calcio, le fibre e le vitamine B1, B9, B12, D ed E. La centralità della vitamina B12 fa però capire come il segreto non sia essere vegetariani, visto che il composto è contenuto principalmente negli alimenti di origine animale. Oltre alla verdura a foglia verde, tra gli alimenti che non dovrebbero mai mancare per troppo tempo dalla tavola ci sono la frutta secca (nocciole, noci, arachidi), i cefalopodi (polpi, calamari, lumache), i molluschi (cozze, vongole, ostriche) e il pesce (alici, sarde, sgombri). Cautela con i pesci di grande taglia, visto il rischio che contengano elevate quantità di mercurio. (La Stampa)
AEROPORTO PER… 4 ZAMPE
Erba finta e idrante. All’aeroporto internazionale Jfk di New York anche i cani (e volendo i gatti) hanno la loro toilette al terminal Four. L’aeroporto, dove ogni anno transitano oltre 40 milioni di passeggeri, gli animali domestici in viaggio con i loro umani hanno a disposizione circa 7 metri quadrati dotati di ogni comfort. A terra, un pavimento di torba artificiale e erba finta e un idrante rosso che pare «ispiri» particolarmente i cani newyorkesi. A disposizione del padrone, inoltre, sacchetti per le deiezioni e una pompa per pulire. Le toilette per cani in aeroporto non sono però una novità negli Usa dato che un regolamento federale obbliga gli scali particolarmente trafficati a fornire questo tipo di servizi. Esistono già al Dulles International Airport di Washington D.C., all’O’Hare di Chicago e al Seattle–Tacoma International Airport (Corriere della Sera)
(a cura di Beatrice Pallotta)