LUNA NUOVA: IL VUOTO
16 OTTOBRE 2016
Quello che ognuno vorrebbe è una mente serena, una vita senza problemi e relazioni piacevoli, vorremmo un andamento fluido e confortante nel nostro stare nel mondo, vorremo che per tutti fosse così e che non ci fossero più guerre e dispute, che ognuno avesse cibo e acqua a sufficienza, sarebbe davvero un mondo meraviglioso in cui stare.
Ci siamo mai domandati perché non è così? I popoli non sia aiutano, le persone litigano, non dividiamo il nostro cibo con gli altri e facciamo fatica ad essere felici, anzi, difficilmente siamo sereni e tranquilli, peggio! Anche se non ci sono problemi veri e propri la nostra mente inventa difficoltà, dispute e conflitti . . . che non avverranno mai!
Non trovate tutto questo bizzarro? Le prime necessità, come mangiare, dormire, vestirsi e così via, le abbiamo già, ma i nostri capricci ci impediscono di accontentarci, in realtà basterebbero davvero pochi capi di abbigliamento, pochi mobili e suppellettili, una casa piccola e una semplice occupazione che ci fornisca i soldi necessari per mantenere una retta di vita confortevole e sana.
Dovremmo riflettere meglio su tutti i nostri desideri e comprendere che ci basterebbe davvero poco, che la felicità non si realizza avendo tante cose, che invece troppe occupazioni agitano il nostro umore. Dovremmo riflettere che diamo poco spazio all’addestramento mentale e molto alla distrazione. Infatti è proprio questo l’ostacolo più alto: non rinunciamo all’idea che la felicità provenga dall’avere molto: molti soldi, molta bellezza, molti oggetti e così via.
Invece è attraverso l’abbandono dell’inutile che ci si libera, semplicemente la logica della faccenda è questa: quando il cassetto è quasi vuoto troviamo tutto subito, quando il cassetto è strapieno non troviamo mai niente.
Perché non proviamo a liberarci di qualcosa? Ciò deve avvenire senza un senso di perdita e provando gioia . . . come quando si butta l’immondizia . . . e anche questa è una piccola felicità.
Riflessioni sul Dhammapada
LUNA PIENA – Giorno di Pavarana – Domenica 16 Ottobre 2016
Degno di rispetto
Nessuno è da considerarsi degno di rispetto
a causa della nascita o della cultura
o di qualsiasi altra qualità esteriore.
È la purezza e la comprensione della verità
che decide di qualcuno il merito.
Dhammapada strofa 393
Quali qualità personali riteniamo veramente meritevoli? Dal contenuto delle conversazioni quotidiane, sembra talvolta che siano cose come chi conosciamo o dove siamo stati in viaggio che ci definiscono. Se ci spostiamo in ambienti spirituali, può sembrare che quello che conta siano gli insegnanti con cui siamo stati seduti in ritiro. In questi versi, il Buddha fa notare che è un errore prendere qualsiasi segno esteriore come indice di merito. Anche se smaglianti apparenze esteriori possono impressionare gli altri, quello che li impressiona è inaffidabile. Affidabile è un cuore libero dalle distorsioni dell’avidità, dell’odio e dell’illusione.