18 AGOSTO 2016

All’inizio dell’anno tibetano (Losar) certamente, più di qualcuno ricorderà che siamo entrati nell’anno della scimmia di fuoco, al di la del gioco dei simboli e degli animali che contraddistinguono i calendari orientali, l’invito è quello di osservare come stanno andando le cose nel mondo, nella nostra nazione, nella città e nella nostra sfera intima.

La scimmia è un animale divertente e dispettoso, che mette la sua intelligenza a disposizione dell’attaccamento per giungere addirittura alla lite; quando essa si sposa con il fuoco il tutto può divenire pericoloso, perché brucia la virtù e rompe i legami, lasciando attorno a se cenere e rovine di ogni sorta.

La cosa migliore da fare, quando dispute e malumori sorgono, è quella di aspettare che passi l’acqua del tempo, ovvero lasciar che i dissapori si affievoliscano e riprendere l’argomento con amore e gentilezza, al momento giusto.

Non è sempre vero che il ferro va battuto quando è caldo, il nostro impeto e la fretta di risolvere immediatamente la situazione, ci conduce ad intraprendere azioni errate, parole affrettate e riflessioni flash.

Sarà bello invece attendere qualche ora o un giorno intero, prima di riprendere in mano la situazione, lasciar che scorra via la lava del vulcano, che si raffreddi e vedere davvero cosa c’è, forse verrà smaltito anche il rancore e sorgerà la riflessione che in una guerra non esiste mai alcun vincitore.

Essere propensi alla pace è un ottimo atteggiamento, abbiamo sperimentato già troppe volte come la conflittualità conduce all’isolamento emotivo, essa non ci aiuta a crescere, accresce solo l’orgoglio e distrugge l’amore.

Questa riflessione di mezza estate, in armonia con le riflessioni del Dhammapada dei monaci di Santacittarama, sono il gelato da gustare lentamente sulla spiaggia, un piccolo messaggio nella bottiglia, un invito a spegnere la rabbia ed accendere un lume d’amore.

La felicità

Restare liberi da avidità
anche in mezzo agli avidi
è vera felicità.

  Dhammapada strofa 199

Una cosa è l’emergere di sensazioni di avidità, una cosa totalmente diversa è seguirle. Questo principio vale per ogni nostra attività emotiva. Certe volte, è semplicemente impossibile impedire a degli stati d’animo di sorgere, ma possiamo sempre esercitare l’abile moderazione e la saggia riflessione; e il Buddha dice che questo porta felicità. Quindi, nella nostra pratica spirituale, l’accento va messo sulla saggia riflessione riguardo alla natura dell’esperienza, e non sul tentativo di controllare ogni cosa. La storia originale associata a questi versi parla di due comunità vicine che litigavano sui diritti dell’acqua. La situazione si era deteriorata al punto che stavano per farsi guerra. L’intervento del Buddha insegnò loro la futilità del combattere, e, fortunatamente, non solo fu evitata la guerra, ma con lo svilupparsi degli eventi molti divennero saggi. Certe volte, i membri in conflitto della nostra famiglia emotiva litigano e forse entrano anche in guerra. In quei momenti, è importante ricordare che la saggezza e la vera felicità possono generarsi anche dal conflitto e non supporre che siccome le cose non sembrano andare bene, tutto sta andando a rotoli.